mercoledì 10 ottobre 2012

Gli italiani non conoscono le specialità locali

Nonostante la nostra cucina sia annoverata tra le bellezze dell’Italia più invidiate all’estero e nonostante il 70% degli italiani dichiarino, nei loro acquisti, di guardare molto all’italianità dei prodotti acquistati, con una buona metà che si considera piuttosto ferrato nel conoscere le più importanti specialità locali, in un recente studio condotto tramite interviste web a oltre 1.100 utenti donne di blog, forum e community e promosso dalla rivista Viaggi del Gusto Magazine, ahimè, l’orgoglio italiano subisce un grande contraccolpo.
Dal sondaggio emerge infatti un’ignoranza che ai veri competenti potrà sembrare inaudita: ebbene 8 italiani su 10 credono che l’Erbazzone sia nomignolo usato a Roma per chiamare i giardinieri o una parolaccia romanesca, 5 su 10 ritengono che lo Sfincione siciliano sia il soprannome dato ai bulli dell’isola, mentre il bestiario più inverosimile riguarda uno dei fiori all’occhiello delle eccellenze emiliane: il Culatello di Zibello è ritenuto dal 39% degli intervistati “una persona molto fortunata”, così come le Zeppole vengono identificate con una tipologia di scarpa rialzata.

Venendo alla nostra pinza, una delle specialità della cucina bolognese, alla domanda: “che cos’è?”, il 45% del campione intervistato, asserisce che si tratta di un tipico utensile utilizzato dai meccanici emiliani e solo il 34% conosce la risposta.

Che dire! Prima di attribuire giudizi, si dovrebbe analizzare la provenienza delle risposte, magari scoprendo – e credo che su questo varrebbe la pena scommetterci – che chi non ha fornito risposte corrette vanta un’appartenenza diversa rispetto al territorio di riferimento del cibo.

Se così fosse, sarebbe una prova in più del fatto che il cibo è una fabbrica di identità etnico-territoriali.

Della serie… a ciascuno il suo!

Nessun commento:

Posta un commento