Dal sondaggio emerge infatti un’ignoranza che ai veri competenti potrà sembrare inaudita: ebbene 8 italiani su 10 credono che l’Erbazzone sia nomignolo usato a Roma per chiamare i giardinieri o una parolaccia romanesca, 5 su 10 ritengono che lo Sfincione siciliano sia il soprannome dato ai bulli dell’isola, mentre il bestiario più inverosimile riguarda uno dei fiori all’occhiello delle eccellenze emiliane: il Culatello di Zibello è ritenuto dal 39% degli intervistati “una persona molto fortunata”, così come le Zeppole vengono identificate con una tipologia di scarpa rialzata.
Venendo alla nostra pinza, una delle specialità della cucina bolognese, alla domanda: “che cos’è?”, il 45% del campione intervistato, asserisce che si tratta di un tipico utensile utilizzato dai meccanici emiliani e solo il 34% conosce la risposta.
Che dire! Prima di attribuire giudizi, si dovrebbe analizzare la provenienza delle risposte, magari scoprendo – e credo che su questo varrebbe la pena scommetterci – che chi non ha fornito risposte corrette vanta un’appartenenza diversa rispetto al territorio di riferimento del cibo.
Se così fosse, sarebbe una prova in più del fatto che il cibo è una fabbrica di identità etnico-territoriali.
Della serie… a ciascuno il suo!
Venendo alla nostra pinza, una delle specialità della cucina bolognese, alla domanda: “che cos’è?”, il 45% del campione intervistato, asserisce che si tratta di un tipico utensile utilizzato dai meccanici emiliani e solo il 34% conosce la risposta.
Che dire! Prima di attribuire giudizi, si dovrebbe analizzare la provenienza delle risposte, magari scoprendo – e credo che su questo varrebbe la pena scommetterci – che chi non ha fornito risposte corrette vanta un’appartenenza diversa rispetto al territorio di riferimento del cibo.
Se così fosse, sarebbe una prova in più del fatto che il cibo è una fabbrica di identità etnico-territoriali.
Della serie… a ciascuno il suo!